Jul
26
2017
Dl Sud: tassello fondamentale per il Mezzogiorno
Ilmio intervento in Aula in dichirazione di voto sul decreto Mezzogiorno

Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi senatori, il Gruppo del Partito Democratico voterà a favore della conversione in legge del decreto-legge sul Mezzogiorno, che il ministro De Vincenti ha prima illustrato con grande approfondimento e, naturalmente, voterà a favore della questione di fiducia, che il Governo ha posto in maniera significativa sul provvedimento in esame.

Il Governo è consapevole che un tassello fondamentale della sua azione sta nel successo di una strategia di rilancio dello sviluppo e dell'occupazione nel Mezzogiorno. In queste settimane si moltiplicano i segnali positivi sul versante dell'economia che dimostrano che il lavoro paziente e tenace, portato avanti negli anni di questa legislatura, sta cominciando a dare i suoi frutti. Sono straordinariamente positivi i risultati sul fatturato dell'industria che l'ISTAT ha pubblicato ieri: il tendenziale registra un più 7,6 per cento, anno su anno, mese di maggio 2016 su mese di maggio 2017. Questo 7,6 per cento è frutto di una media tra una crescita del mercato interno del 6,7 per cento e le esportazioni del 9,3 per cento. C'è un sistema industriale italiano che si è rimesso in moto. Questo ormai è un dato perché si vanno ripetendo queste analisi.

C'è la crescita del PIL. Tutti gli osservatori nazionali e internazionali hanno corretto le stime al rialzo. Vi ricordate quando eravamo abituati a correggere al ribasso perché il Governo era stato, in altri tempi, sempre eccessivamente ottimista? Questa volta sta succedendo il contrario. Ogni volta le stime vengono corrette al rialzo. Adesso siamo, per consenso largamente condiviso tra tutti gli osservatori, all'1,4 per cento e non è detto che prima della fine dell'anno non avremo una sorpresa ulteriormente positiva. Non c'è solo la crescita quantitativa della produzione e del reddito perché si registra anche un dato interessante sulla redistribuzione del reddito. È di poche settimane fa un rapporto dell'ISTAT che dimostra come per la prima volta, dopo anni, ci sia stata un'inversione di tendenza nella crescita della diseguaglianza: le disuguaglianze hanno cominciato, sia pure di pochi decimali di punti, a ridursi, così come ha cominciato a ridursi l'area a rischio di povertà. Dentro questi dati ci sono i dati positivi sul Mezzogiorno. Non è vero che siamo ancora nel trend per il quale il Mezzogiorno è l'ultimo vagone della ripresa italiana. Stamattina, con l'onestà intellettuale che tutti gli riconosciamo, il senatore Mandelli di Forza Italia ha riconosciuto che anche i dati sul Mezzogiorno sono positivi. Naturalmente si tratta di un cammino che sta dando i suoi frutti e che va consolidato.

Allora, questo provvedimento è stato presentato dal Governo ed è stato arricchito dal lavoro parlamentare, nel quale la Commissione bilancio è riuscita a essere un luogo di riflessione, di dialogo e dibattito serio - lo ha riconosciuto il Ministro - anche per merito dei rappresentanti dell'opposizione, che hanno intessuto con il Governo e la maggioranza un confronto di merito e non muscolare. Il provvedimento mira a consolidare lo sviluppo del Paese attraverso il consolidamento dello sviluppo del Mezzogiorno puntando su cinque fattori che a me sembrano gli ingredienti di una strategia innovativa che, per certi versi, ha anche dei caratteri di sperimentalità, ma il riformismo è anche sperimentare strade nuove e misurare i risultati e correggere ciò che non funziona per migliorarlo. Lo abbiamo fatto su tante questioni. Pensiamo al capitolo jobs act; ci sono cose che hanno funzionato egregiamente e altre meno. Il riformismo osa l'innovazione e poi misura i risultati ed, eventualmente, aggiusta il tiro. In questo decreto ci sono cose molto innovative e vedremo i risultati che daranno. A me pare che la strategia punti su cinque fattori. Il primo è il bisogno di favorire la nascita, lo sviluppo e la diffusione di un tessuto imprenditoriale. Lo sviluppo e l'occupazione lo fanno le imprese e non il Governo per decreto. Questa scommessa su 100.000 giovani imprenditori, ai quali si dà uno strumento finanziario per avviare una loro attività imprenditoriale, è una grande scommessa civile, prima ancora che economica, di straordinaria importanza per il Mezzogiorno.

Abbiamo per tanti anni lamentato il fatto che lo sviluppo del Mezzogiorno fosse affidato alle grandi cattedrali nel deserto.

Beh, adesso stiamo lavorando proprio perché invece ci sia questo tessuto imprenditoriale, una cultura imprenditoriale che, a partire dal mondo giovanile, possa affermarsi e diventare un elemento di solidità dello sviluppo del Mezzogiorno.

Tutto ciò senza però trascurare l'elemento più duro, più forte dello sviluppo, che è invece quello di attirare anche grandi investimenti. Proprio a questo mira il secondo caposaldo del provvedimento, cioè le zone economiche speciali che devono attirare grandi investimenti attorno ai porti. Questo è un dato di straordinaria importanza perché dà il senso dell'apertura. Prima il senatore Azzollini parlava della via della seta. Cos'è questa scelta del Governo di provare a costruire grandi investimenti attorno ai porti se non l'idea di fare del Mezzogiorno una delle porte fondamentali per l'Europa?

Il terzo punto prevede meno burocrazia, più semplicità, più semplificazione. Mi riferisco cioè a tutto il pacchetto di norme che devono aiutare chi opera nel settore economico e sappiamo quanto al Sud il tema della burocrazia ancor più che al Nord (anche al Nord, ma al Sud in misura maggiore) si intrecci con la corruzione e con il malaffare. Pertanto, più la vita diventa semplice dal punto di vista amministrativo, più diventa lineare, più si attirano investimenti e si combatte in maniera significativa la corruzione e la criminalità.

Il quarto punto riguarda il capitale umano, cui è dedicato un capitolo intero, con l'obiettivo di riequilibrare gli investimenti in sapere a favore del Mezzogiorno. Il quinto punto riguarda invece le risorse ambientali, perché l'ambiente è una delle grandi e straordinarie risorse del Mezzogiorno che devono essere messe a valore.

Si tratta, quindi, di una strategia a tutto campo, di respiro, fatta con umiltà. Non c'è la presunzione di dire che abbiamo trovato la soluzione con la S maiuscola ai grandi e drammatici problemi del Mezzogiorno, ma abbiamo individuato alcune vie concrete sulle quali avanzare con serietà, pazienza e tenacia: gli ingredienti che ci hanno portato a far compiere a questo Paese significativi passi avanti nel corso di questa legislatura, con l'aspettativa e la legittima ambizione di poterne fare altri nei prossimi mesi.

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