May
13
2016
Un invito a non fallire un risultato storico
Il mio commento pubblicato su "L'Unità"

In mezzo a tanta urlata  disinformazione, che ha visto protagoniste anche personalità che pure avrebbero dovuto sentire ildovere d'ufficio di favorireun più pacato e obiettivo confronto sul contenuto delle riformecostituzionali sottoposte al vagliodel referendum, l'articolo del padre Francesco Occhetta, pubblicato sull'autorevole rivistadei gesuiti "La CiviltàCattolica", si segnala per serietà, profonditàe senso della storia. Innanzi tuttoserietà: Occhettainforma i lettoriin modo obiettivosui contenuti della  riforma, rifuggendodalla propagandademonizzatrice, come quella sulla presuntaderiva autoritaria, cheutilizza argomentiprivi di qualunque riscontro di fatto.Occhetta sta al testodella riforma, cherazionalizza la forma digoverno parlamentare in particolare superandoquell'unicum che è stato ed è tuttorail nostro bicameralismo paritario."Il suo superamento — scriveOcchetta individuando lucidamenteil cuore della riforma — insiemeallo sganciamento del Senato dal rapportoo di fiducia del Governo, permetterà di creare una Camera politica basata sulla dialettica maggioranza minoranza, come dimostra l'esperienza delle democrazie moderne più avanzate".

La serietà dell'informazione invita alla profondità della riflessione critica, a partire da domande di sistema, circa gli effetti della riforma, e non da questioni di dettaglio: la riforma passa così il severo e rigoroso vaglio della rivista dei gesuiti, quanto ai suoi assi portanti. In primo luogo perché si armonizza coi principi fondamentali della Carta, che, scrive il redattore della Civiltà Cattolica, "rimangono inviolati", mentre "ad essere riformata è invece l'ingegneria costituzionale della seconda parte. Si tratta di una parte tutt'altro che neutra, che però va considerata come l'ennesimo tentativo di sviluppo del dettato costituzionale nel tempo". Una replica, neppure tanto velata, alle vestali dell'immutabilità della Costituzione. In secondo luogo, perché la riforma Boschi si inserisce in un lungo percorso di elaborazione intellettuale e di discussione politica e non è quindi frutto di una decisione affrettata e avventata. Occhetta fa riferimento in particolare alla tradizione cattolico democratica, a cominciare da Costantino Mortati, per il quale, già al tempo della Costituente, "il Senato avrebbe dovuto garantire gli interessi dei territori, mentre la Camera la rappresentanza politica" e poi De Gasperi e Dossetti,Scalfaro e Ruffilli, fino a Mattarella. In terzo luogo, perché mantiene e anzi rafforza la posizione dell'Italia

 Proprio nel legame tra la riforma costituzionale e l'Europa l'articolo di padre Occhetta è una lezione di senso della storia, in quanto invita la coscienza collettiva e le coscienze individuali degli italiani a non compromettere, ma anzi a rilanciare, col loro voto al referendum, il lungo e arduo cammino di ricostruzione della credibilità dell'Italia, alla quale il governo Renzi ha impresso una salutare accelerazione, ma che affonda le sue radici nella storia migliore del nostro paese. Per questo il successo del si è "auspicabile", anche perché non preclude successivi affinamenti: "Non si farà fatica — conclude Occhetta — a provare perplessità non già sulle direttrici di fondo, ma sui singoli aspetti. Tuttavia, rispetto a tali puntuali perplessità.va segnalato che una moderna cultura della «manutenzione costituzionale», senza banalizzare l'importante scelta della revisione, non sacralizza tutte le soluzioni adottate e può comunque consentire, in caso di auspicabile successo del referendum, successive modifiche migliorative che tengano conto delle critiche più motivate". Una mano tesa ai critici e al tempo stesso un richiamo a non compromettere, nel nome di astratti perfezionismi, un risultato storico che il paese insegue da decenni.

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