Jan
20
2015
Ma che c'entra il caso Cofferati con il Quirinale?
Intervista pubblicata su "Cronache del Garantista"

 

Per Giorgio Tonini, senatore Pd di lungo corso e ascoltato consigliere di Renzi, i piani vanno tenuti distinti: un conto sono le riforme altro il caso di Sergio Cofferati, un altro ancora la partita per il Quirinale.

Fassina aveva detto che il caso Cofferati avrebbe avuto delle conseguenze sulla partita per il Quirinale. Lo stop della minoranza (ieri ndr) in Senato sulle legge elettorale è il primo atto di un`azione di disturbo?

«Non credo e non voglio pensarlo. Una cosa è la vicenda ligure che ha una sua autonoma esistenza, un`altra cosa è la legge elettorale, un`altra ancora è il Quirinale. E sull`Italicum Renzi ha detto chiaramente che margini di modifica non ci sono. A dimostrazione che non si tratta su un tavolo avendo lo sguardo rivolto su un altro».

Ma ha rimandato a domani la discussione con il gruppo al Senato.

«Non ha voluto precipitare la situazione con un voto del gruppo, ha concesso un margine di riflessione. L`idea è quella di prendersi una giornata di confronto e arrivare a una decisione. Poi certo che c`è il tema del Quirinale dove però bisogna evitare che il Pd si laceri, perché sulle nostre spalle grava la regia di questa operazione istituzionale e sarebbe folle che scattasse un cortocircuito con le altre questione aperte».

Però scusi Tonini è Renzi che ha sempre tenuto insieme le cose: il premier ha sempre detto che le riforme vanno fatte tutte assieme e che l`elezione del nuovo presidente deve procedere in parallelo con loro.

«D`accordo ma questo non inficia quello che sto dicendo io. Dire che riforme e elezioni presidenziali devono marciare parallele significa che non devono interferire l`una con l`altra. Peraltro io non voglio fare un processo alle intenzioni della minoranza Pd; non posso pensare che il dibattito sulla legge elettorale venga aperto a freddo per condizionare la partita del Quirinale. Tanto più che il segretario del partito ha preso degli impegni molto chiari con l`opposizione interna figurando un sistema di consultazioni che garantisca un criterio di scelta condivisa. Nessuna decisione di vertice dunque o presa a maggioranza. Voglio dire che si è andati incontro alle esigenze della minoranza che chiedeva giustamente di non essere marginalizzata da questa partita».

È evidente che c`è chi non ci crede a questa collegialità, come chi contesta il fatto che la rosa dei candidati debba passare il vaglio di Berlusconi. O chi più esplicitamente in direzione nazionale parla della norma fiscale come elemento di inquinamento.

«Qui bisogna essere chiari: noi non abbiamo nessuna intenzione di scegliere un presidente della Repubblica contro Berlusconi né, di converso, vogliamo scegliere un presidente "per" Berlusconi. Per essere ancora più espliciti non c`è un asse esclusivo con Forza Italia, né escludente di Forza Italia. E` un concetto semplice e trasparente e si cercherà il massimo coinvolgimento possibile su un nome di cui il premier ha disegnato l`identikit. Ma questa è la grammatica istituzionale e mi sembra stupefacente che su questo metodo si appuntino polemiche e sospetti fuori luogo. Se poi qualcuno pensa, malgrado questa collegialità e questa trasparenza, che le elezioni per il Quirinale possano essere l`occasione per ritagliarsi un ruolo di protagonismo individuale teso a creare problemi al partito e al governo con manovre autonome, dovrà assumersene la grave responsabilità politica».

Alfano ha proposto un`identikit di presidente ancora più definito di quello divulgato da Renzi: un moderato, che non provenga dalle fila del Pd e dalla sinistra, ma che abbia un gradimento nel centrodestra.

«Mi pare un profilo anche troppo definito e come ha detto il vicesegretario del Pd Guerini non mi sembra il modo migliore, il più aperto, spregiudicato ed equanime con cui prendere una decisione il più possibile condivisa».

Resta la promessa-minaccia di Stefano Fassina sulle conseguenze del caso ligure.

«Sarebbe sbagliato e inaccettabile. Discutiamo della Liguria, di Cofferati, delle primarie, ma come dicevo teniamo distinti i piani, che c`entra Cofferati con il Quirinale. Spero che si sia trattato di uno sfogo. E comunque è una battuta che non fa onore all`intelligenza di Stefano».

 

 

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