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Il Ministro Melandri accelera sul Pd in Trentino

l'Adige, 30 giugno 2007


La Festa dell'Unità ritorna dopo dieci anni a Trento, e lo fa cercando di legare la tradizione storica che rappresenta al tentativo di rinnovamento della politica italiana che il Partito democratico vorrebbe significare.

E lo fa con un'invitata d'eccezione: Giovanna Melandri, storica dirigente diessina e attuale ministro alle politiche giovanili e allo sport, che al progetto di Partito democratico ci crede davvero.

Accanto a lei ieri sera nella sala congressi di Trento Fiere c'erano il segretario dei Ds trentini Remo Andreolli; il senatore dell'Ulivo Giorgio Tonini; il coordinatore della Margherita Giorgio Lunelli e il presidente dell'Associazione per il Partito democratico Giovanni Kessler.

C'è un discreto pubblico, interessato al nuovo progetto politico, soprattutto a seguito della candidatura di Walter Weltroni alla leadership del Pd.

«Il Partito democratico - ha sottolineato Giovanna Melandri nel suo intervento - non sarà  un partito moderato, che si inchina alle logiche della globalizzazione». Esempio concreto quello del lavoro giovanile:«Non possiamo accettare - ha detto - l'equivalenza tra flessibilità  del lavoro, alla quale i giovani sono oggi confrontati, e precarietà . Non saremo il partito del riformismo debole».

Il ministro ha citato l'esempio dell'attuale trattativa con le parti sociali su come attenuare la rigidità  della riforma Maroni sulle pensioni, e ha attaccato i sindacati: «Abbiamo proposto soluzioni per garantire il futuro pensionistico di questi giovani. Ma i sindacati confederali paiono più preoccupati di 150 mila lavoratori che vedrebbero elevarsi la loro età pensionabile, piuttosto che dei milioni di giovani che rischiano di restarne senza».

La Melandri ha sottolineato il carattere innovativo del processo di costruzione del nuovo partito: «Non era mai successo nella storia della Repubblica che un nuovo soggetto politico nascesse attraverso una consultazione popolare aperta». Il 14 ottobre si terranno infatti le votazioni per l'elezione del leader del Partito democratico e della Costituente nazionale del partito: «Nella Costituente - ha proseguito la Melandri - dovrà esserci il 50% di donne e almeno un terzo di giovani al di sotto dei 40 anni, altrimenti non ci sarà  rinnovamento».

Giorgio Lunelli, coordinatore della Margherita, ha invece parlato della necessità  di riconosciute nel nuovo partito le peculiarità  dei territori, in un'ottica confederale. «Chiediamo che nel nuovo soggetto politico vengano garantite ai territori l'autonomia statutaria, finanziaria e quella di elaborazione politica territoriale». Lunelli ha anche voluto precisare i dubbi e le critiche che il suo partito muove ai meccanismi di elezione della costituente del nuovo partito. «Si voterà su quattro collegi, ma non si sa quante liste potranno essere presentate e se dovranno necessariamente essere collegate a un candidato segretario».

Una necessità per trovare una via d'uscita alla crisi della democrazia nel nostro paese: per Giorgio Tonini, il Partito democratico è soprattutto questo. «C'è bisogno di più cultura politica di governo, di un nuovo pensiero politico e di un partito davvero democratico, che spinga i cittadini alla partecipazione. Un partito vero». Secondo Tonini in questo processo il Trentino deve essere in prima fila, non deve chiudersi e mantenere un giusto equilibrio tra specificità e percorso nazionale. Soddisfatto della serata il segretario Ds Remo Andreolli: «Il Partito democratico deve riportare in auge il primato dell'interesse generale, contro i particolarismi e gli egoismi di categorie, i localismi e dare voce a chi non ce l'ha, per garantire giustizia sociale e combattere l'antipolitica».